lunedì 10 agosto 2009

16. Un mondo ingiusto a rischio di autodistruzione

Un ordine mondiale fondato su rapporti di forza è necessariamente ingiusto e, come tutti i sistemi ingiusti, privilegia alcuni a discapito di altri.
Il discrimine dell’ingiustizia non si limita nei rapporti fra Stati, ma si estende anche ai rapporti fra i membri di un medesimo Stato, dove si costituiscono due ben distinte classi di cittadini: una minoranza di ricchi, che, attraverso il controllo delle risorse economiche e militari, dettano la loro legge a livello nazionale e internazionale, e una maggioranza di poveri, destinati a subire ed essere sfruttati.
La pace mondiale dipenderà dalla capacità della superpotenza americana di mantenere in essere il netto divario delle forze in campo nei confronti dei paesi anti-americani, soprattutto islamici. Ma, quando, per un motivo o per l’altro, il divario si dovesse colmare, quando cioè tutti i principali paesi del pianeta disporranno di ordigni nucleari (ed è solo questione di tempo), a meno che gli Usa non si siano dotati a loro volta di un efficace scudo spaziale, il rischio di una guerra mondiale nucleare si fa concreto e, insieme ad esso, il rischio del genocidio dell’intera specie umana.
La conclusione di questo capitolo non che essere profondamente amara. Un mondo dipendente dai rapporti di forza è condannato a vivere in un sistema ingiusto, e con un unico esito obbligato: il suicidio generale, la distruzione assoluta, l’annientamento del genere umano.

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